Orti di Malborghetto | Roma
Siamo più di un'associazione: siamo un'iniziativa che promuove uno stile di vita sostenibile, la condivisione di conoscenze e l'amicizia duratura. Siamo gli Orti di Malborghetto, un luogo in cui la passione per la terra si trasforma in una coltivazione di legami umani.
L'Arco di Malborghetto
L’arco di Malborghetto è un grande casale realizzato su un arco a quattro arcate posto nella campagna a nord di Roma al diciannovesimo chilometro della via Flaminia.
L’edificio ha inglobato un arco quadrifronte del IV secolo d.C., posto a segnacolo dell’incrocio tra la via Flaminia e una strada di collegamento tra Veio e la via Tiberina, un tetrapylon, a pianta rettangolare, su quattro pilastri in laterizio, coronato da un attico a copertura piana.
La presenza di un grande arco onorario in quella posizione è legata alla discesa delle truppe di Costantino da settentrione lungo questa strada nel 312 per opporsi a quelle dell’imperatore Massenzio. La tradizione cristiana vuole che Costantino, accampatosi in questo luogo, abbia visto al tramonto nel cielo il segno della croce e che “durante il sonno viene avvertito di far segnare sugli scudi il celeste segno di Dio e di dar battaglia: in hoc signo vinces”. Il giorno dopo, Costantino sbaraglia ai Saxa Rubra l’esercito del rivale e lo stesso Massenzio muore nelle acque del Tevere. A seguito di questa vittoria, nel 315, il Senato Romano fa erigere nell’Urbe l’arco bifronte presso il Colosseo e nel Suburbium quello di Malborghetto.
Nel corso del tempo l’arco ha subito numerose trasformazioni sia strutturali che funzionali. Nell’ XI secolo diventa chiesa fortificata dedicata alla Vergine e nel XIII viene inserito nella cinta muraria di un castrum, denominato dalle fonti Burgus Sancti Nicolai de arcu Virginis. Parte delle difese dello Stato Pontificio sino al XV, è distrutto durante le lotte tra gli Orsini e i Sacrofanesi. Trasformato in casale e circondato dalle rovine del borgo, prende da allora il nome di Malborghetto o Borghettaccio. Nel 1567 l’edificio è restaurato dallo speziale (aromatarius) milanese Costantino Petrasanta e poi nel XVIII secolo adattato a Stazione di Mezza Posta. Mantiene questa funzione sino a quando papa Pio VI, collegando Civita Castellana alla via Cassia, sopprime il servizio postale lungo il tratto suburbano della via Flaminia.
Nel 1982 il casale entra a far parte dei Beni del Demanio. Dopo un attenta opera di restauro ospita dal 1989 un piccolo e interessante museo in cui sono esposti i materiali provenienti dagli scavi fatti nell’area di Malborghetto e lungo la via Flaminia.
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